Circola online un manifesto ironico di protesta contro le assillanti richieste dei siti commerciali di acquisire dati personali e di installare le loro app anche per il più modesto degli acquisti e per la più banale delle interazioni. Davvero non si può fare di meglio? In occasione del trentaduesimo anniversario della nascita formale del Web, basato su standard aperti e ideali di condivisione senza barriere, è utile riflettere su come quelle barriere oggi vengano costruite appositamente e a volte con il consenso rassegnato di noi utenti.
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Intelligenze artificiali imposte a forza in WhatsApp, Word, Google: come resistere e perché
Arriva l’IA anche in Whatsapp, Messenger, Instagram, e non si può togliere. Google impone risultati generati contenenti errori spassosi ma pericolosi. E non c’è scampo dall’IA neanche nei prodotti Microsoft. Perché tanta foga di obbligarci a usarla e consumare tanta energia in più? Per fortuna ci sono rimedi almeno parziali per bloccare queste imposizioni, a patto di impegnarsi.
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14:23
Attacco su misura per chi crea software con l’IA: “slopsquatting”
Usare le IA per scrivere programmi è la moda del momento, ma è una scelta che apre nuove falle di sicurezza e offre nuove tecniche di attacco. Una di queste, lo “slopsquatting”, permette di infettare direttamente l’app originale ufficiale senza che se ne accorga nessuno. usando una tecnica particolarmente ingegnosa. Per fortuna, una volta tanto le guardie sono in anticipo sui ladri. Questa puntata descrive come funziona e come difendersi.
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12:05
Smart TV che fanno la spia mandando screenshot di quello che guardiamo
Da oltre un decennio, in molti televisori è annidata una funzione che cattura l’immagine di quello che c’è sullo schermo e ne manda una sintesi a un archivio centralizzato a scopo commerciale. Si chiama ACR, e ovviamente ha delle enormi implicazioni di privacy ed è fonte di continua irritazione degli utenti che si trovano bombardati di pubblicità. Vediamo come funziona, come localizzarla e soprattutto come disattivarla.
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12:39
“Vibe coding”: creare programmi senza saper programmare
La moda del momento nella Silicon Valley e in generale nel mondo informatico è creare software senza scriverne il codice diprogrammazione ma delegando tutto all’intelligenza artificiale. Alcuni esempi concreti sembrano indicare che funzioni, riduca enormemente i tempi di sviluppo e permetta di affidare la creazione di software anche a persone non esperte, riducendo i costi. Ecco come funziona in pratica il “vibe coding”, come usarlo e quando usarlo.
Colui che mette luce laddove internet e l'informatica tutta ci sembrano assolutamente troppo complicati, semplicemente elargendo consigli, avvisi e trucchi per vivere indenni i rischi del web. Bufale della rete, truffe e virus... non ci sono segreti per il Disinformatico! Lo storico appuntamento con Paolo Attivissimo, il nostro Disinformatico di fiducia dal 2006, continua a trovare spazio in questo podcast. Ogni argomento affrontato è sviscerato anche in un articolo dedicato, che potete leggere sul blog di Attivissimo.